Santa Cecilia

La storia di Santa Cecilia

Cecilia era una nobile fanciulla romana della gens Cecilia nata nel II secolo d.C. La famiglia la diede in sposa a un patrizio di nome Valeriano, ma Il giorno delle nozze, la ragazza avvertì il futuro marito che si era consacrata a Dio e che sarebbe rimasta perpetuamente vergine. L’uomo dapprima ebbe una reazione di disappunto, ma poi si convertì egli stesso al cristianesimo e così fece anche il fratello Tiburzio. I due, ricevuto il battesimo, furono condannati alla decapitazione perché all’epoca la persecuzione nei confronti dei cristiani era molto violenta.
Anche Cecilia fu perseguita, ma il littore che avrebbe dovuto decapitarla la colpì tre volte al collo senza riuscire a ucciderla. La donna rimase in vita tre giorni e prima di morire ricevette in visita Papa Urbano I al quale lasciò in eredità la sua casa, esprimendo il desiderio che venisse tramutata in una chiesa. Solo nel 821, però, la chiesa edificata venne consacrata alla Santa.

Perché Santa Cecilia è patrona della musica?

Fino al XV secolo Santa Cecilia venne sempre raffigurata nei dipinti con i simboli del martirio (palma e corona), ma poi iniziò ad apparire con in mano un organetto e da lì, il passo per divenire patrona della musica è stato breve. Ma tutto ciò è dovuto probabilmente a un’errata interpretazione di un canto latino che è stato tradotto in questa maniera: “mentre gli strumenti musicali suonavano (cantantibus organis) la Vergine Cecilia cantava nel suo cuore soltanto al Signore…”
In realtà i codici più antichi riportano un’altra versione: “tra gli strumenti di tortura incandescenti (candentibus organis) la Vergine Cecilia cantava…”
E così Santa Cecilia è divenuta patrona della musica e a lei sono state dedicate numerose scuole, bande e associazioni musicali. Si pensi solo all’Accademia Nazionale di Santa Cecilia, fondata nel 1585, e divenuta con gli anni una delle principali istituzioni musicali conosciuta non solo in Italia, ma nel mondo.

PREGHIERA   A   SANTA   CECILIA

O Santa Cecilia,
che hai cantato con la tua vita e il tuo martirio,
le lodi del Signore e sei venerata nella Chiesa,
quale patrona della musica e del canto,
aiutaci a testimoniare,
con la nostra voce e con la voce dei nostri strumenti,
quella gioia del cuore
che viene dal fare sempre la volontà di Dio
e dal vivere con coerenza il nostro ideale cristiano.
Aiutaci ad animare in modo degno la santa Liturgia,
da cui sgorga la vita della Chiesa,
consapevoli dell’importanza del nostro servizio.
Ti doniamo le fatiche ed anche le gioie del nostro impegno,
perché tu le ponga nelle mani di Maria Santissima,
come canto armonioso di amore per Suo Figlio Gesù.
Amen.

AUGURI A TUTTI COLORO I QUALI FANNO DELLA MUSICA E DEL CANTO UNA LODE AL NOSTRO DIO.

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Come la musica sacra può favorire la fede

 

«La musica sacra può favorire la fede e cooperare alla nuova evangelizzazione».

 Lo ha detto il Papa ai partecipanti al convegno nazionale delle Scholae cantorum organizzato dall’Associazione Italiana Santa Cecilia, ricevuti sabato 10 novembre nell’Aula Paolo VI. Parlando del primo aspetto, quello della fede, Benedetto XVI ha riproposto la vicenda di sant’Agostino «alla cui conversione contribuì l’ascolto del canto dei salmi e degli inni, nelle liturgie presiedute da Sant’Ambrogio. Se infatti sempre la fede nasce dall’ascolto della Parola di Dio — ha spiegato — non c’è dubbio che la musica e soprattutto il canto possono conferire alla recita dei salmi e dei cantici biblici maggiore forza comunicativa». E tra i carismi di Ambrogio «vi era proprio quello di una spiccata sensibilità e capacità musicale». Quanto al rapporto tra canto sacro e nuova evangelizzazione, il Pontefice ha rievocato l’esperienza del poeta francese Paul Claudel, che si convertì ascoltando l’inno del Magnificat durante i vespri di Natale.

 

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Pellegrinaggio al Santuario di Altino

La Corale ha inaugurato il nuovo anno di lavoro e di servizio presso la propria parrocchia con un pellegrinaggio al Santuario di Altino.
Situato in prossimità del Colle Gallo ad un’altezza di 850 m, sopra l’abitato della frazione Vall’Alta. Le origini del Santuario di Altino risalgono ad un fatto prodigioso che, secondo la tradizione, è avvenuto il 23 luglio 1496 quando un abitante di Vall’Alta, di nome Quinto Foglia, si trovava sulle pendici del Monte Altino intento a lavorare nei boschi. Quinto Foglia e i suoi due figli furono presi da grandissima sete e si rivolsero alla Madonna per chiedere soccorso. La Madonna apparve e disse a Quinto Foglia di battere con il falcetto la roccia che gli stava davanti. Miracolosamente sgorgò uno zampillo di acqua sorgiva.
All’indomani del miracolo gli abitanti di Vall’Alta iniziarono la costruzione di una piccola cappella che, via via negli anni e di conseguenza dell’afflusso dei devoti, venne ampliata e modificata. Ottant’anni dopo la cappelletta era già stata inglobata sostanzialmente in una nuova costruzione; e tale rimase fino a tutto il 1800.
Nel corso dei secoli, Il Santuario di Altino venne visitato dai vescovi di Bergamo e fu oggetto anche della visita dei delegati del cardinale Carlo Borromeo. La statua della Madonna è stata incoronata il 23 luglio 1919 dal vescovo di Bergamo mons. Luigi Marelli e il Santuario venne consacrato dal vescovo Adriano Bernareggi il 27 aprile 1935. Il santuario ha al proprio interno opere lignee del Fantoni ed una tela del Cavagna. Di grande impatto sono gli ex voto custoditi.

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Il corista nella fede.

 

I fedeli, che si radunano nell’attesa della venuta del loro Signore, sono esortati dall’apostolo a cantare insieme salmi, inni e cantici spirituali ( Infatti il canto è segno della gioia del cuore). Perciò dice molto bene sant’Agostino: «Il cantare è proprio di chi ama» e già dall’antichità si formò il detto: «Chi canta , prega due volte».

Con questa gioia nel cuore noi coristi siamo stati scelti da Lui per poterlo servire con umiltà e dedizione, elevando al cielo le nostre” preghiere musicali”, attraverso le quali trasmettere ad ogni  fedele la gioia dell ‘Amore di Cristo per ciascuno di noi.

M.A

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